Turchia: doppio schiaffo alla democrazia

PhD in sociologia, presidente della coop. In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s.. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata.
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20 luglio 2016

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dal sito ispionline

Dopo il fallimento del colpo di stato in Turchia nella notte tra venerdì e sabato 16 e 17 luglio gli equilibri interni e quelli internazionali escono mutati. Sul piano interno la reazione del presidente Erdogan non si è fatta attendere e in poche ore sono stati arrestati migliaia di cittadini turchi, accusati di avere partecipato al tentativo di colpo di stato. Tra loro ci sono centinaia di magistrati e membri dell’esercito, storicamente una delle istituzioni più importanti e rispettate della Turchia. Sul piano internazionale la presenza negli Stati Uniti di Fethullah Gülen, influente leader religioso accusato da Erdogan di essere il responsabile del tentativo di rovesciamento, le tiepide e temporeggianti dichiarazioni dei partner occidentali nella notte dell’accaduto e le seguenti affermazioni da parte di membri del governo turco sembrano gettare un’inquietante ombra anche sulle relazioni internazionali di Ankara, in particolare con gli Stati Uniti. Valutando le epurazioni interne da parte di Erdogan, il colpo di stato pur fallito, potrebbe aver segnato comunque la democrazia turca, messa già a dura prova dalla gestione dispotica del presidente nell’ultimo periodo.

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