Nigeria: condizioni sanitarie disastrose nello stato di Borno

PhD in sociologia, presidente della coop. In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s.. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata.
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28 luglio 2016
Bornodal sito di Medici Senza Frontiere
Medici Senza Frontiere lancia un nuovo allarme sperando di arrivare alle coscienze di milioni di persone. Un allarme ancora una volta che racconta di una tragedia trascurata e drammatica. Le condizioni sanitarie nello Stato di Borno, nel nord est della Nigeria, infatti, sono drammaticamente critiche. Almeno 500 mila persone, sfollate o isolate nelle enclave fuori dalla capitale Maiduguri, hanno urgente bisogno di cibo, cure mediche, acqua potabile e ripari. “Le agenzie umanitarie devono mettere in campo una massiccia operazione di soccorso per rispondere a questa catastrofe sanitaria” dichiara la dottoressa Isabelle Defourny, direttore delle operazioni di MSF.
Da quando l’esercito ha ripreso il controllo delle principali città e villaggi dello Stato di Borno, l’entità dell’emergenza si sta rivelando in tutta la sua serietà. Centinaia di migliaia di persone sono state tagliate fuori dal resto del mondo, alcuni da almeno due anni. La maggior parte degli sfollati vive nelle città adesso controllate dalle forze armate e possono contare solamente su aiuti esterni.
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Le stime delle Nazioni Unite e delle autorità nigeriane mostrano la gravità della situazione e i team di SEMA (Borno State Emergency Management Agency), Croce Rossa e Unicef hanno distribuito cibo e fornito cure mediche e nutrizionali in diverse località. Nel mese di giugno, un’équipe di MSF ha riscontrato livelli molto alti di malnutrizione e mortalità a Bama, la seconda città più grande dello stato di Borno.
Bama è ormai una città fantasma, accessibile soltanto sotto scorta armata. I suoi abitanti, oltre 10 mila, vivono in un campo. Nel frattempo è stato distribuito del cibo e circa 1.500 persone - le più vulnerabili e i malati - sono state evacuate dalle autorità. I tassi di mortalità sono significativamente superiori alla soglia di emergenza e il 15% dei bambini sono affetti da malnutrizione acuta severa.
Un’équipe di MSF è arrivata a Bama per fornire supporto attraverso trattamenti medico-nutrizionali. Il loro obiettivo è quello di ridurre rapidamente la mortalità e la malnutrizione tra gli sfollati. I casi più critici saranno trasferiti a Maiduguri. È altrettanto urgente migliorare l'accesso all'acqua potabile e le condizioni igieniche del campo.
Monguno, una città di 150 mila abitanti – 65 mila dei quali sono sfollati - è sprovvista di assistenza medica dal gennaio del 2015. MSF prevede di rilanciare le attività dell’ospedale e curare i bambini sfollati e locali affetti da malnutrizione acuta severa.
“E’ fondamentale un enorme sforzo umanitario per fornire assistenza alle persone che sono tagliate fuori o vivono in aree remote”, continua la dottoressa Defourny. “Tutto fa pensare che la situazione delle persone in altre città come Dikwa sia altrettanto critica e che anche loro abbiano bisogno di cibo e di cure mediche”.
MSF sta conducendo altre missioni esplorative quando e dove possibile, visto che la sicurezza è un serio problema. Città come Bama e Dikwa e le zone vicine al fronte, esposte agli attacchi di Boko Haram, sono raggiungibili solo sotto scorta armata.
Nel frattempo, gli sfollati continuano a cercare rifugio a Maiduguri. Con un così grande flusso di persone gli ospedali della città sono sommersi e costretti a mandare via i pazienti. Recentemente sei bambini con il morbillo, che non potevano essere ricoverati in ospedale, sono stati rimandati indietro al campo sfollati dove le loro famiglie erano appena arrivate. Aumentare la capacità di ricoveri dell’ospedale di Maiduguri è perciò un’altra priorità di MSF.
Mentre MSF si impegna in una lotta difficile contro la fame, la povertà e gli effetti della guerra, l’Europa sembra indifferente. Ma l’Europa è fatta da cittadini, uomini e donne in carne e ossa. Tocca a noi prendere coscienza di ciò che accade nel mondo e agire perché cessino le armi e tutti possano vivere in pace. Restare umani significa anche preoccuparsi per i destini di popolazioni lontane e agire. Altrimenti ci restano solo pochi soldi in tasca e la coscienza sporca.

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