Il Comune di Latina si costituirà parte civile nel processo sulla variante Malvaso dopo prima udienza preliminare

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18 agosto 2016

Il Comune di Latina e con esso l’intera provincia di Latina ha visto per anni il predominio di un’urbanistica creativa e utile a soddisfare interessi economici, lobbistici e probabilmente anche criminali se non mafiosi diffusi. Il consumo del territorio, la mortificazione degli equilibri sociali dello stesso, un’economia programmata in funzione delle lobby del cemento, imprenditori del mattone eletti sistematicamente nei luoghi del potere per spingere varianti in favore delle proprie mire speculative sono state spesso caratteristica del modello di sviluppo locale. Tra gli interventi che nel recente passato hanno suscitato più clamore per l’imbarazzante azione speculativa imposta sulle norme e a discapito delle stesse è da ricordare la nota variante PPE di Borgo Piave, detta variante Malvaso dal nome del costruttore incaricato di realizzare l’opera nonché ex consigliere del Comune di Latina.

L’imprenditore edile Malvaso infatti aveva realizzato una palazzina considerata dagli inquirenti illegittima e per questa ragione sequestrata dopo quasi due anni di indagini in seguito alle quali fu chiesto il processo per l’ex assessore all’urbanistica, Giuseppe Di Rubbo, l’ex consigliere e costruttore Malvaso, il dirigente comunale dell’urbanistica di allora Ventura Monti, i tecnici comunali Marco Paccosi e Fabio De Marchi e il direttore dei lavori Antonio Petti.

Appena conclusa l’inchiesta, il sostituto procuratore Gregorio Capasso aveva inviato 14 avvisi di garanzia, convinto che la variante Piave fosse stato un abuso d’ufficio, trattandosi di variante sostanziale al Prg da discutere e approvare in Consiglio e non, come è avvenuto, semplicemente approvata in giunta. Per il magistrato la modifica al piano urbanistico aveva portato notevoli vantaggi a Malvaso, ricorrendo anche a dei falsi. Responsabili dell’accaduto, oltre ai tecnici, al costruttore e all’assessore al ramo, erano stati ritenuti tutti i componenti della giunta che, in due sedute, aveva approvato la variante: l’ex sindaco Giovanni Di Giorgi, l’ex vicesindaco Fabrizio Cirilli e già consigliere regionale, e gli ex assessori Orazio Campo, Rosario Cecere, Pasquale Maietta parlamentare di Fratelli d'Italia, Gianluca Di Cocco, Marilena Sovrani e Marco Picca.

Poi, interrogati alcuni degli indagati ed esaminati dei documenti presentati da quest’ultimi, gli inquirenti sembrano aver cambiato idea e chiesto i sei rinvii a giudizio, escludendo quasi del tutto dalle diverse responsabilità la componente politica. Per gli altri indagati è stata infatti chiesta l’archiviazione.

La buona notizia ora è che il Comune di Latina, con la nuova amministrazione guidata dal Sindaco Coletta, ha deciso di costituirsi parte civile nel processo sulla variante PPE di Borgo Piave, la variante Malvaso, per la quale è stata fissata l’udienza preliminare il 20 luglio. “Nella prima occasione – si legge in un nota del Comune – di valutare l’opportunità di procedere alla costituzione di parte civile in procedimenti penali che coinvolgano amministratori o dipendenti del Comune di Latina (in particolare con riferimento alla vicenda della variante PPE di Borgo Piave per la quale è fissata udienza preliminare il 20 luglio), in una riunione informale di Giunta si è condivisa la scelta che il Comune si costituisca parte civile successivamente all’esito dell’udienza preliminare ex art.416 cpp che disponga il rinvio a giudizio degli imputati”.

“Tale indirizzo – continua l’ufficio stampa del sindaco Coletta – che evidentemente caratterizzerà a parità di condizioni il futuro orientamento della Giunta, vuole esprimere l’intento di mantenere una posizione interlocutoria in una fase che vede ancora la necessità di verificare la fondatezza dell’azione penale e che quindi, tra gli esiti possibili, prevede la pronuncia di non luogo a procedere. Si ritiene, infatti, che detto orientamento sia coerente con i principi di legalità e trasparenza ai quali è ispirato l’operato della Giunta e che, proprio nell’ambito di questa impostazione, tuteli tanto l’Ente quanto le persone coinvolte”.

Un’azione che se dovesse essere realizzata potrebbe costituire un cambio di rotta storico per il Comune di Latina. Se la giustizia e la legalità hanno bisogno di passi concreti, questo con ogni probabilità è uno di quelli.

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