La resilienza dei bambini ai tempi della “Terza guerra mondiale"

PhD in sociologia conseguito presso l’Università degli Studi di Roma Tre e arabista, è docente a contratto di sociologia delle migrazioni islamiche in Europa.
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02 settembre 2016

di Pina Sodano

La foto di questi bambini siriani è emblematica e straordinariamente significativa. Può essere assunta a simbolo della resilienza della vita, nonostante le bombe e la guerra. I bambini, per antonomasia innocenti, giocano in strada con entusiasmo approfittando di una buca prodotta in seguito all’esplosione di un ordigno bellico diventata, con la loro fantasia e capacità di vivere, una piscina olimpica; forse una di quelle viste nei recenti giochi in Brasile, in cui tutti però diventano campioni, a prescindere dal contesto, dalla povertà e dalla miseria di un mondo responsabile, ancora una volta di tanta brutalità e povertà.

La foto, scattata dagli attivisti di Aleppo Media Center, è uno schiaffo alla nostra quotidianità, indifferenza ad un conflitto, quello siriano, che sta perdurando da troppo tempo, e agli interessi geo-strategici e politici che sono alla base.

Amnesty International e altre Ong hanno già organizzato un sit-in per chiedere lo stop dei bombardamenti su Aleppo e Mambij. Una protesta che speriamo porti a qualche risultato ma che forse non sarà più forte degli interessi dei mercanti d’armi e di morte. Una foto straordinaria, dunque, che racconta una quotidianità drammatica eppure vivace, diffusa proprio ad un anno dal ritrovamento del corpo del piccolo Aylan. Un’altra foto emblematica, di quelle che scuotono l’opinione pubblica, l’animo di molti, non sicuro di chi ha il dovere e il potere di fermare questa distruzione di massa che è la guerra, quella che alcuni hanno chiamato la “Terza guerra mondiale”.

Fonte: http://www.amc-sy.net/

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