Nicola Tranfaglia: La Quinta Mafia a Latina, a poca distanza dalla Capitale

PhD in sociologia, presidente della coop. In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s.. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata.
Condividi
03 ottobre 2016

Tempi Moderni è lieto di pubblicare un articolo del prof. Nicola Tranfaglia sulle mafie in provincia di Latina nella quale viene citata l'ultima pubblicazione del presidente di Tempi Moderni, Marco Omizzolo, La Quinta Mafia.

Nicola Tranfaglia è stato redattore di politica estera e di cultura dei quotidiani La Stampa e Il Corriere della Sera, ordinario di Storia Contemporanea, dal 1996 è Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli studi di Torino e membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia. Editorialista de la Repubblica, collaboratore del settimanale L'Espresso, condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci. Tranfaglia ha condotto principalmente studi sul nazionalsocialismo e sul fascismo in Settanta e sulla mafia. Ha inoltre scritto saggi sul pensiero democratico e socialista nell'Ottocento e nel Novecento. È stato anche parlamentare della Repubblica.

Di Nicola Tranfaglia

Sono passati ormai più di vent'anni da quando è emersa nell'agro pontino la presenza di più associazioni mafiose.

Non soltanto della camorra campana con particolare riguardo all'attività dei casalesi che ha portato in carcere personaggi di spicco, a cominciare dall'ex sottosegretario berlusconiano Cosentino e dai capi Iovine e Zagarria, tutti ormai ristretti in carcere, ma anche di Cosa Nostra e di seguaci della 'ndrangheta calabrese. La data in cui le azioni mafiose hanno mostrato la conquista ormai avvenuta del Sud pontino si fa risalire attraverso le ricerche compiute dalle commissioni parlamentari antimafia e da alcuni studiosi (di cui l'ultimo da segnalare è la ricerca intitolata La Quinta Mafia edito da "Radici Future" e dovuta al sociologo Marco Omizzolo) ai primi anni dopo il 1980.

La relazione della Commissione Parlamentare Antimafia apparsa nel 1994 segnala in maniera puntuale e precisa la presenza di gruppi camorristici nella provincia di Latina.

Nel volgere di due anni da quella relazione le cronache giornalistiche segnalano due vicende che appaiono a prima vista non particolarmente eclatanti ma sono invece emblematiche sul versante l'uno del rischio militare e addirittura stragista legato all'attività della criminalità organizzata nel Lazio, l'altro sul versante delle sue infiltrazioni nel tessuto economico (p.374).

Come riconosce la Regione Lazio, a dicembre 1996 i carabinieri trovano un lancia-missili fabbricato nell'Est Europa in un podere abbandonato ai confini con la Campania, vicino Formia, nelle campagne di S.S. Cosma e Damiano. I carabinieri pensano che il lancia-missili avvolto nella plastica e privo del razzo fosse pronto ad essere usato per un agguato camorristico. Pochi mesi prima hanno arrestato una decina di persone per associazione mafiosa e latitanti importanti come Antonio Moccia che aveva a Formia tra i fiancheggiatori il preside di una scuola privata a Gaeta, Antonio Diana. Il 1996 segna anche un altro dato importante e riguarda l'azione di infiltrazione nel mercato ortofrutticolo di Fondi. Si registrano minacce quasi contemporaneamente all'attribuzione di nuovi finanziamenti pubblici.

Si mobilitano gli uomini della polizia di Stato e scende in campo anche la Criminalpol guidato allora da Nicola Cavaliere. Altre attività investigative vengono compiute dai carabinieri. I militari del colonnello Tommasone ritrovano quaranta chilogrammi di esplosivo tra Latina, Fondi e Sabaudia.

Nella zona di Fondi avevano già dovuto fare i conti con una serie di estorsioni ai danni di una società di supermercati allo scopo di impedire che aprisse dei punti vendita nel Casertano. Un insieme di segnali inquietanti che non doveva meravigliare considerando che delle infiltrazioni camorristiche da Formia fino ad Aprilia si era interessata già nel 1991 la Commissione Antimafia allora presieduta dal senatore Gerardo Chiaromonte.

Quello che impressiona è il concentrarsi nella zona di più associazioni di diversa provenienza e a così poca distanza dalla capitale.

Leggi anche