Tutta la fragile delicatezza di un Blink

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14 dicembre 2017
Quella di Jonah (Matteo Sintucci) e Sophie (Celeste Gugliandolo) è una storia di solitudine, di elaborazione del lutto, di tentativo di superare le proprie paure che diviene esperimento d’amore strambo, inconcluso eppure autentico: lui è cresciuto in una rigida comunità presbiteriana e, alla morte della madre, si ritrova con una piccola eredita e una Reflex come unico strumento attraverso cui guardare ciò che c’è là fuori; lei, dopo la scomparsa dell’adorato padre, si ritrova licenziata, terrorizzata dal divenire invisibile e impegnata a gestire i due appartamenti separati da un pianerottolo di sua proprietà. Entrambi hanno paura del mondo, che preferiscono osservare da quel monitor che la giovane farà arrivare anonimamente tra le mani del ragazzo: in questo modo potranno spiarsi reciprocamente, conoscersi e difendersi in qualche modo dalla delusione dietro l’angolo a cui li ha sempre esposti l’ambiente circostante. Blink è una strana, divertente e malinconica cronaca sentimentale firmata da Phil Porter. Prodotta in Italia da OffRome, Tedacà/Compagnia Dei Demoni in collaborazione con Teatro Libero di Palermo è in cartellone nella rassegna Trend - Nuove frontiere della scena britannica al Teatro Belli: l’efficace regia di Mauro Parrinello, gli elementi scenici essenziali eppure funzionali - basti pensare al semplicissimo ma suggestivo skyline di Londra o alle deliziose mascherine di carta – ideati da Maria Mineo e la naturalissima recitazione della coppia di attori che li interpretano sono l’humus perfetto per far germogliare le delicate emozioni di Jonah e Sophie. Che, come due fragilissimi cristalli di umanità, rischiano di infrangersi al primo tocco. Il monitor diventa, quindi, una sorta di teca dove conservare il più a lungo possibile quelle sensazioni che, per loro natura, non possono e non devono tenersi sotto vuoto: pena l’impossibilità di viverle pienamente, in tutta quotidianità. Proprio ciò che succede a tante vicende magari meno poetiche o iperboliche ma ugualmente destinate a estinguersi, una volta fuori dallo schermo.

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