Rapporto ILO sulla protezione sociale nel mondo. Estendere i diritti per garantire uguaglianza e libertà a tutti.

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09 gennaio 2018
La recente pubblicazione del nuovo Rapporto sulla protezione sociale nel mondo dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) mette in luce alcuni dati che risultano di grande interesse soprattutto se analizzati alla luce di processi e dinamiche di carattere globale. Nonostante, infatti, i progressi significativi nell’estensione della protezione sociale in molte parti del mondo, quale espressione di sforzi che ridanno vigore alla tesi per cui la globalizzazione deve comprendere l’estensione dei diritti, resta il dato per cui il diritto alla sicurezza sociale non è ancora una realtà per la maggior parte della popolazione mondiale.Secondo i nuovi dati presentati nel Rapporto sulla protezione sociale mondiale 2017/19: protezione sociale universale per raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (World Social Protection Report 2017-19: Universal social protection to achieve the Sustainable Development Goals ), solo il 45 per cento della popolazione mondiale gode di almeno un beneficio sociale, mentre il restante 55 per cento, che é l’equivalente di 4 miliardi di persone, non beneficia di protezione sociale. Il nuovo rapport mostra che solo il 29 per cento della popolazione a livello mondiale gode di protezione sociale totale — un piccolo aumento rispetto al 27 per cento nel 2014-2015 — mentre l’altro 71 per cento, ovvero 5,2 miliardi di persone non è protetto o lo è solo parzialmente. Un dato che mette in luce le disparità e disuguaglianza che ancora vigono nel mondo e che grande parte hanno nello sviluppare, secondo le direttrici e motivazioni note, le ragioni di milioni di persone nel decidere di migrare. «La mancanza di protezione sociale rende le persone maggiormente esposte a problemi di salute, alla povertà, alle disuguaglianze e all’esclusione sociale durante tutto il ciclo di vita. Negare questo diritto umano a 4 miliardi di persone in tutto il mondo rappresenta un ostacolo significativo allo sviluppo economico e sociale. Molti paesi hanno fatto passi da gigante nel rafforzare i loro sistemi di protezione sociale ma sono ancora necessari grandi sforzi per garantire che il diritto alla protezione sociale diventi una realtà per tutti», ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO Guy Ryder. Ma quali possono essere le soluzioni ad una situazione del genere? Il rapporto delle N.U., ad esempio, raccomanda un aumento della spesa pubblica per estendere la copertura della protezione sociale, in particolare in Africa, Asia e Stati arabi, e di garantire almeno un sistema di protezione sociale di base che si applichi a tutti. Una tesi in netta controtendenza rispetto alle politiche di austerità proposte dal pensiero economico dominante, almeno in Europa. Il rapporto inoltre sottolinea che la protezione sociale universale contribuisce a sradicare la povertà, a ridurre le disuguaglianze, a promuovere la crescita economica e la giustizia sociale, nonché a raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e analizza i paesi in via di sviluppo che hanno sviluppato regimi di protezione sociale universali. Il Rapporto sottolinea inoltre la necessità di estendere la protezione sociale ai lavoratori nell’economia informale come modo per formalizzare e migliorare le loro condizioni di lavoro. «Le politiche di austerità a breve termine continuano a minare gli sforzi di sviluppo a lungo termine. Le politiche di consolidamento fiscale hanno impatti sociali negativi che mettono a repentaglio il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile», ha affermato Isabel Ortiz, Direttrice del Dipartimento per la Protezione Sociale dell’ILO. La stessa ha aggiunto «Lo spazio fiscale per estendere la protezione sociale esiste anche nei paesi più poveri. I governi dovrebbero essere proattivi nell’esplorare tutte le possibili opzioni di finanziamento per promuovere gli Obiettivi per Sviluppo Sostenibile attraverso e lo sviluppo nazionale attraverso il lavoro dignitoso e la protezione sociale». Il Rapporto dell’ILO esamina gli aspetti specifici della protezione sociale e fornisce risultati globali e regionali sulla base di nuovi dati e nelle seguenti aree:

Protezione sociale per i bambini:

  • Il rapporto mostra che solo il 35 per cento dei bambini in tutto il mondo gode di un accesso effettivo alla protezione sociale. Quasi due terzi dei bambini di tutto il mondo — 1,3 miliardi — non ne beneficiano, la maggior parte di loro vive in Africa e in Asia.
  • In media, solo l’1,1 per cento del Prodotto interno lordo (PIL) viene investito in benefici sociali per i figli e per le famiglie con bambini di età compresa tra 0 e 14 anni, il che indica un significativo sotto investimento.
  • Negli ultimi decenni i “trasferimenti di denaro contante” per i bambini si sono espansi ai paesi a basso e medio reddito. I livelli di copertura e di prestazioni rimangono però spesso insufficienti. Un certo numero di paesi ha persino ridotto la protezione sociale per i bambini sulla scia delle politiche di consolidamento fiscale.

Protezione sociale per donne e uomini in età lavorativa

  • La copertura della protezione sociale per le persone in età lavorativa è ancora limitata.Solo il 41,1 per cento delle madri con neonati riceve un sussidio di maternità e 83 milioni di nuove madri rimangono senza protezione.
  • Altri risultati evidenziano che solo il 21,8 per cento delle lavoratrici e dei lavoratori disoccupati è coperto da sussidi di disoccupazione, mentre 152 milioni di disoccupati/e rimangono senza copertura.
  • I nuovi dati dell’ILO mostrano inoltre che solo il 27,8 per cento delle persone con gravi disabilità in tutto il mondo riceve un sussidio di invalidità.

Protezione sociale per uomini e donne anziani

  • Il Rapporto evidenzia che, in tutto il mondo, il 68 per cento delle persone in età pensionabile riceve una pensione di vecchiaia che è associata all’espansione delle pensioni non contributive e contributive in molti paesi a medio e basso reddito.
  • I livelli di prestazioni sono spesso bassi e non sufficienti a portare le presone in età pensionabile fuori dalla soglia della povertà. La spesa per pensioni e altri benefici per le persone anziane rappresenta in media il 6,9 per cento del PIL, con ampie variazioni regionali. Questa tendenza è spesso influenzata da misure di austerità.
  • Alcuni paesi stanno privatizzando il sistema pensionistico, nonostante le politiche di privatizzazione della sicurezza sociale non hanno prodotto i risultati attesi. Paesi come Argentina, Bolivia, Kazakistan, Polonia e Ungheria stanno tornando a sistemi pubblici di solidarietà.

Copertura sanitaria universale

  • Il rapporto mostra che il diritto alla salute non è ancora una realtà in molte parti del mondo, specialmente nelle aree rurali dove il 56 per cento della popolazione manca di copertura sanitaria, rispetto al 22 per cento nelle aree urbane. Si stima che sarebbero necessari ulteriori 10 milioni di operatori sanitari per una copertura sanitaria universale che garantisca la sicurezza delle persone, anche in situazioni di emergenza come la crisi dell’Ebola.
  • Le cure a lungo termine — per lo più necessarie alle persone anziane — escludono ancora più del 48 per cento della popolazione mondiale. Solo il 5,6 per cento della popolazione mondiale vive in paesi che forniscono una copertura per l’assistenza a lungo termine basata sulla legislazione nazionale per l’intera popolazione.
  • Per questo motivo, circa 57 milioni di lavoratori «volontari» non retribuiti forniscono la maggior parte dell’assistenza a lungo termine. Molti di loro sono donne che si occupano di assistenza ai familiari. Maggiori investimenti in servizi di assistenza potrebbero alleviare la povertà in età avanzata e generare milioni di posti di lavoro per operatori qualificati che sono stimati in 13,6 milioni a livello globale.
Il Rapporto dell’ILO sulla protezione sociale mondiale offre una vasta gamma di dati globali, regionali e nazionali sulla protezione sociale, come pure dei benefici e della spesa pubblica in materia di protezione sociale. Attraverso le nuove stime sulla copertura della protezione sociale, viene fornito un “baseline” per il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, piu’ precisamente l’indicatore 1.3.1.Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che sono stati adottati nel 2015, riflettono l’impegno comune dei paesi a «attuare sistemi di protezione sociale adeguati a livello nazionale per tutti, compresi i sistemi di protezione sociale di base» per ridurre e prevenire la povertà (SDG 1.3).Questo impegno per l’universalismo riafferma l’accordo globale sull’estensione della sicurezza sociale raggiunto con l’adozione della Raccomandazione (n. 202) dell’ILO sulla protezione sociale , adottata da governi e rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori di 185 paesi nel 2012.

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