Una Voce Libera Che Lotta Per Il Progresso. Intervista a Lucilla Galeazzi

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01 marzo 2018
“Il Fronte Delle Donne” è uno spettacolo ideato, fortemente voluto e interpretato da Lucilla Galeazzi che, accompagnata a otto voci femminili – il gruppo Le Vocidoro – punta a recuperare la memoria e sottolineare il ruolo tanto fondamentale quanto taciuto delle donne durante gli anni di guerra. Riconosciuto di interesse nazionale nell’ambito delle celebrazioni governative 2014-2018 per il centenario della Prima Guerra Mondiale e con la regia di Maria Rosaria Omaggio, “Il Fronte Delle Donne è stato in scena al Tetro Vascello di Roma dal 20 al 25 febbraio e sarà al Teatro Comunale Secci di Terni dal 15 al 16 marzo. Ecco cosa ne dice la protagonista: Com’è nata l’idea di scrivere e interpretare uno spettacolo come “Il Fronte Delle Donne”? La commemorazione del Centenario della Grande Guerra è stata un'ottima occasione per ristudiare. Ho letto decine di libri, scritti da ottimi storici, in cui si parlava di strategie militari, di potenza degli eserciti, di armi, gas, aerei e navi, sommergibili e maschere antigas, l'irruzione della modernità nella trincea dove la maggioranza dei soldati era formata da contadini e i traumi che li condussero alla follia! Una guerra partita per essere una guerra lampo ("A Natale saremo a Berlino!", dicevano i generali francesi ed altrettanto dicevano i generali tedeschi : "A Natale saremo a Parigi!") e che già dopo quattro mesi dal suo inizio era diventata una guerra di logoramento e di trincea! Ma poco si parlava delle donne o se ne parlava in modo marginale. Allora ho cominciato a leggere libri scritti da storiche, tra cui il ben documentato libro di Barbara Curli “Italiane Al Lavoro 1914/1920”. E molte delle notizie inserite nello spettacolo vengono da lì… ma ci sono anche racconti della nonna, storie orali, il modo in cui la Grande Guerra si tradusse poi nelle storie quotidiane di centinaia di migliaia di donne, la vedovanza, l'obbligo di cercarsi un lavoro, le ragazze che non potettero formarsi una famiglia a causa della vera e propria strage di uomini. La sua carriera di cantante e l’importanza culturale delle canzoni popolari e di guerra hanno sicuramente avuto un grande peso nella decisione di avere un vero e proprio coro di donne sul palco. Come le ha scelte e quanto è stato complicato realizzare l’intera messa in scena? Tutto è complicato in questo mestiere se non si hanno finanziamenti! Come si può immaginare, hanno potuto usufruire dei soldi pubblici soprattutto i vari corpi militari che hanno organizzato manifestazioni , concerti, esibizioni ma secondo me non c'è stata una vera riflessione né uno studio approfondito di come da quella guerra cominciò l'eclisse dell'Europa – fino ad allora il continente economicamente più importante - in favore di una penetrazione dei capitali americani fino al coinvolgimento diretto dell'America nel conflitto. E, soprattutto, non c’è stata una messa in questione del conflitto stesso e del fatto che l'Italia aveva tutto da guadagnare a non fare quella guerra: invece si agì d'azzardo, poiché le sostanze che aveva a disposizione il nostro paese coprivano sei mesi di conflitto! Abbiamo finito di scontare i debiti di quella guerra intorno al 1980, significa che ha pesato sulle spalle di generazioni di Italiani ignari di pagare i pregressi del Paese! Di sicuro il mio mestiere di cantante popolare, ma anche di studiosa della ricerca nell'ambito della musica tradizionale, mi ha particolarmente aiutato nell'assemblare i canti che vengono dal patrimonio di quelli orali. La scelta di queste voci è stata facile poiché sono tutte mie ex allieve con una carriera già avviata. Ne conosco la bravura e la disponibilità, perciò ho proposto loro questo progetto. La regia è affidata a Maria Rosaria Omaggio, grande attrice teatrale, cinematografica e televisiva ma anche regista. Vi siete incontrate in occasione di questo lavoro o vi conoscevate già e l’idea di un suo coinvolgimento è stato qualcosa di naturale? Ci conosciamo e stimiamo da molti anni, è stata cosa naturale lavorare insieme. Secondo lei quanto è cambiato il ruolo della donna durante i conflitti, dalla Prima Guerra Mondiale a oggi? Il cambiamento è stato enorme, nulla di ciò che ha oggi ottenuto la donna sarebbe stato immaginabile 100 anni fa, ma non ci hanno regalato niente! È stato il frutto di battaglie per l'uguaglianza portate avanti da generazioni di donne , pagando prezzi personali e collettivi giganteschi ed è una lotta che continua ancor oggi: perché la storia c'insegna che dopo anni di grande progresso , si può tornare al medioevo facilmente. In un mondo che probabilmente non smetterà mai di fare la guerra ma si limiterà a mutarne le forme, come dimostra il continuo ricorso ad armi più propriamente economiche o ideologiche cui stiamo assistendo nell’apparentemente pacificata Europa, qual è il messaggio che vuol dare con questa sua opera? La guerra fa guadagnare solo i fabbricanti d'armi e gl'inventori di falsi conflitti, per depistare da quelli veri: i conflitti tra gli enormemente ricchi e gli enormemente poveri. Come i conflitti religiosi dietro cui si nascondono quelli per il potere economico o i conflitti tra uomo e donna, che celano lo sfruttamento della manodopera femminile , pagata sempre meno, a parità di mansione. La Grande Guerra la scatenarono regnanti e guerrafondai conservatori: fu un modo come un altro per illudersi di sbarazzarsi dei problemi con la vittoria della guerra! Ma se la guerra dura 5 anni e paga con la vita di 10.000.000 di soldati e con 50.000.000 di vittime dell’epidemia spagnola, senza contare i milioni di civili morti di fame , perdono tutti! Infatti non un solo problema fu risolto tanto che 20 anni dopo scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Con le guerre – di qualsiasi tipo esse siano - non si ottiene nulla, anzi si peggiora enormemente la situazione. Meglio le battaglie culturali quotidiane, certamente più lente e faticose ma alla fine più fruttuose. Tenendo ben a mente che non appena si smette di lottare, convinti di avere ottenuto progresso e uguaglianza, ecco che le forze della conservazione riprendono terreno! Mai smettere di lottare... mai!

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