Comitato Nuovi Desaparecidos: perché siamo accanto a Mimmo Lucano

Giornalista, già responsabile delle edizioni regionali e vice capo redattore della cronaca di Roma de Il Messaggero, ha approfondito i problemi dell’immigrazione.
Condividi
03 ottobre 2018
L’arresto di Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, ha provocato un’ondata di emozioni. Un insieme di sorpresa, incomprensione, incredulità, indignazione, solidarietà. Nessuno vuole mettere in discussione il ruolo e l’azione della magistratura, che non solo è libera ma, anzi, ha il dovere di indagare su chiunque. Tanti, tantissimi, però, sono quanto meno perplessi che si sia arrivati ad una misura cautelare pesante come l’arresto, sia pure ai domiciliari. Tra le innumerevoli prese di posizione, pubblichiamo quella del Comitato Nuovi Desaparecidos, che cerca di andare al di là della vicinanza e del sostegno alla battaglia condotta da Mimmo Lucano per i migranti e solleva il problema della necessità di scegliere in quale campo schierarsi in un momento così difficile e oscuro. “Oggi come non mai”, si afferma, richiamando l’esempio dei “Giusti” che, difendendo gli ebrei dalle leggi razziali, ebbero il coraggio, 80 anni fa, di porsi al fianco degli “ultimi della terra”. E oggi – emerge dal documento – gli “ultimi della terra” sono i profughi e i migranti che lanciano il loro grido d’aiuto da tutto il Sud del mondo. *** Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, è agli arresti domiciliari. L’accusa è quella di aver favorito l’immigrazione clandestina ma, di fatto, sotto accusa finisce tutto quanto lui ha saputo fare in questi anni nel proprio Comune, dimostrando che è possibile costruire ponti anziché muri di fronte al grido d’aiuto che sale da milioni di disperati, in tutto il Sud del mondo. Insieme a lui è stata colpita la sua compagna, Tesfahun Lemlen, sottoposta a un provvedimento di “divieto di dimora” che, nell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali italiane, ricorda da vicino il divieto di convivenza more uxorio con persone di razza diversa. E’ triste. – Organizzare respingimenti di massa, affidandone l’esecuzione pratica, il “lavoro sporco”, alla Guardia Costiera libica, come fanno e hanno fatto il Governo italiano e la Commissione Europea, finora nessuno lo ha mai considerato un reato. Eppure è una pratica in contrasto con il diritto internazionale, la Convenzione di Ginevra del 1951 e la nostra stessa Costituzione. – Attuare respingimenti di massa anche con navi italiane (come è accaduto con la Asso 28 e quasi certamente in almeno altri due casi) nessuno finora lo ha mai considerato in reato – Consegnare alla morte e alle torture dei lager libici migliaia di profughi e migranti, sapendo bene quale sorte li attende, nessuno finora lo ha mai considerato un reato – Guardare ai migranti con un occhio diverso da quello della politica italiana ed europea degli ultimi anni sembra, invece, che possa essere considerato un reato. Peggio: che sia considerata un reato l’immigrazione stessa e che dunque vadano in qualche modo perseguiti sia i migranti che chi cerca di aiutarli. Mimmo Lucano non ha bisogno di difensori d’ufficio. Il suo lavoro è noto e apprezzato in tutto il mondo. Sicuramente uscirà a testa alta anche dalle contestazioni specifiche che gli vengono mosse, così, come a testa alta ha svolto in questi anni il suo compito di sindaco: di rappresentante dello stato “in prima linea” e in mezzo alla gente. Da sindaco spesso scomodo – perché controcorrente rispetto al prevalente sentire dell’attuale politica e, più in generale, allo stesso prevalente sentire comune – Mimmo Lucano semmai, in questo momento difficile, ha bisogno della massima vicinanza e del massimo sostegno possibili. Il Comitato Nuovi Desaparecidos è al suo fianco. Chiunque crede in un futuro e in un mondo migliori non può che essere al suo fianco L’imputazione però resta. E rischia di diventare uno schiaffo a chi accoglie anziché respingere: un monito, in particolare, ai tanti sindaci d’Italia che, anche sull’esempio di Mimmo Lucano, hanno aperto le porte della propria città ai disperati che chiedono aiuto, agli ultimi della terra. Ai tanti sindaci d’Italia che non dimenticano i valori e i principi fondamentali della nostra democrazia, della nostra Costituzione, del nostro stesso “stare insieme”. E che, proprio forti di questi valori, con la loro non facile scelta promuovono giorno per giorno un’azione politica forte, per chiedere una radicale inversione di rotta, sui temi dell’immigrazione, all’Italia e all’Europa. Forse è proprio questa la partita che si sta giocando. E si tratta di scegliere da quale parte schierarsi. Ora come non mai. Come 80 anni fa fecero i “Giusti”, che scelsero di stare dalla parte degli ebrei, gli “ultimi”, contro il senso prevalente della politica e contro lo stesso prevalente senso comune.

Leggi anche