Video manifestazione 09 settembre 2018 contro lo sfruttamento dei braccianti nel Pontino

PhD in sociologia, presidente della coop. In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s.. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata.
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13 ottobre 2018
[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il caporalato, lo sfruttamento lavorativo, la tratta internazionale a scopo di sfruttamento lavorativo, le varie articolazioni del lavoro nero sono espressione di un modello di sviluppo centrato su politiche di interesse che hanno rappresentato la visione politica e neoideologica dell’economia del potere. I braccianti sfruttati nelle cm,pane italiane, siano essi italiani o migranti, come gli operai sfruttati, i disoccupati, i flessibili, i precari, i sottoccupati, sono il prodotto di un’organizzazione del lavoro che è stata progettata per raggiungere tale risultato. E se è vero che, come afferma l’Osservatorio Placido Rizzato, che sono tra i 400 e i 430 mila i lavoratori e le lavoratrici soggetti a lavoro irregolare e caporalato e, di questi, 132 mila fortemente vulnerabili, risulta del tutto evidente l’esistenza di un problema di natura politico che arriva a comprendere la lesione dei diritti umani di quanti vivono le situazioni più gravi. Si tratta, peraltro, di uomini e donne, a volte addirittura adolescenti, migranti e italiani. Altro problema, in Italia, è rappresentato dal fatto che il 30% dei lavoratori agricoli lavora meno di 50 giornate all’anno. Una situazione di “lavoro grigio”, come la chiamano gli addetti ai lavori: i lavoratori fanno molte più giornate di quelle segnate e così diventa impossibile ottenere il sussidio di disoccupazione. Le azioni e le pratiche che aiutano a contrastare questo fenomeno, insieme all’azione politica e normativa indispensabile nella direzione di scardinare il sistema sopra menzionato, sono diverse. Tra queste, senza alcun dubbio, la vertenzialità sociale/sindacale, soprattutto in questa fase storica. Per questa ragione In Migrazione, Flai Cgil e la Cgil, insieme alla Comunità Indiana del Lazio, hanno organizzato il 09 settembre scorso una manifestazione a borgo Hermada, nel Comune di Terracina (LT), alla quale hanno partecipato circa mille braccianti indiani. Tempi Moderni ha ripreso quella manifestazione e ne ha fatto un video di sintesi che può essere visto cliccando qui sotto: [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_video link="https://vimeo.com/289064534" align="center"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Non si tratta solo di una manifestazione ma dell’ennesima dimostrazione che una vertenzialità sociale e sindacale, ancora oggi, non solo è possibile ma risulta fondamentale allo scopo di denunciare collettivamente le condizioni di lavoro e sfruttamento alle quali sono condannati migliaia di lavoratori e a sollecitare media e istituzioni ad assumere responsabilità e impegni su questo fronte. Impegni e direzioni che mancano, per desiderio e calcolo legato alle dinamiche della ricerca e conservazione del consenso politico. In coda al video i dati per il crowdfunding organizzato da In Migrazione per l’avvio di progetti sociali di contrasto al caporalato e sfruttamento lavorativo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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