La salute dei lavoratori agricoli in terra pontina

(Roma 1942) ha lavorato presso il Ministero della sanità come funzionario e poi alla Regione Lazio in qualità di responsabile della programmazione sanitaria.
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31 gennaio 2020
La popolazione straniera residente in provincia di Latina è in costante ascesa ed è arrivata nel 2019 a 54.633 unità di cui oltre il 30% provenienti dall’Asia.
La comunità proveniente dall’India rappresenta il 21,3% (Fonte ISTAT) ed è prevalentemente dedita all’agricoltura.
I recenti studi sulle condizioni sociali dei lavoratori del settore agricolo in provincia di Latina2 mi hanno spinto ad approfondire anche gli aspetti relative alla loro salute.
Il problema delle malattie dei contadini è stato studiato sin dal secolo passato3; peraltro è dopo la seconda guerra mondiale, con l’arrivo della chimica, che avvengono le più grandi modifiche nei metodi colturali e conseguentemente l’esposizione dei lavoratori a rischio di nuove patologie.
In base ai dati dell’ISTAT il consumo di fitofarmaci nella provincia di Latina è molto elevato, ma risulta che spesso altri prodotti vengano acquistati on line e che alcuni di essi non siano autorizzati in Italia.
La Convenzione di Stoccolma4 sui “Persistent Organic Pollutions (POPs) ha come obiettivo quello di limitare l’inquinamento causato da talune sostanze organiche, caratterizzate da elevata persistenza, tossicità e capacità di bioaccumulo. Inoltre, a causa di particolari caratteristiche chimico-fisiche, tali sostanze possono essere trasportate a lunga distanza dal luogo di produzione e impiego. La Convenzione prevede che la produzione, l’uso, l’esportazione e l’importazione delle sostanze inserite negli allegati della Convenzione siano proibiti, salvo alcuni casi accettabili. Sono stabilite le procedure per il controllo dello stoccaggio e lo smaltimento di tali sostanze.
Nell’ambito dell’Unione europea la Convenzione è stata attuata con il Regolamento (CE) 850/2004 ora abrogato dal nuovo Regolamento 2019/1021 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019 relativo agli inquinanti organici persistenti.
Fino ad ora 182 Stati hanno ratificato la Convenzione.
L’Italia, pur non avendo ratificato la Convenzione, è tenuta ad osservarne gli obblighi in virtù del citato Regolamento Europeo sui POPs.
Il recente recepimento da parte del nostro paese della Direttiva Comunitaria 2009/128/CE per un “utilizzo sostenibile dei pesticidi” con il Decreto del 22 gennaio 2014 “Adozione Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150” non appare rassicurante e la tutela della salute umana non può essere in alcun modo ritenuta soddisfacente.
Infatti ad. es. sostanze vietate o messe fuori commercio per la loro elevata tossicità possono godere ancora di deroghe, le valutazioni tossicologiche sono molto spesso frammentarie e lacunose, per non dire infine che la locuzione “uso sostenibile” per prodotti noti per essere veleni può apparire improprio.
I contaminanti chimici possono derivare sia da materie prime utilizzate per la produzione del prodotto alimentare, sia da diffusione e cessioni dei materiali di confezionamento o dagli impianti, sia da residui di pratiche agronomiche (pesticidi, fitofarmaci, antiparassitari ecc.), residui di pratiche zootecniche (anabolizzanti, ormoni ecc.) ecc.
Al momento della loro immissione in commercio, i prodotti di origine vegetale non devono contenere residui di sostanze attive nei prodotti fitosanitari superiori ai limiti massimi di residui stabiliti per legge.
Il problema delle conseguenze per la salute umana da esposizione “cronica” a pesticidi, ovvero dell’esposizione a dosi piccole e prolungate nel tempo non riguarda solo la popolazione esposta per motivi lavorativi, ma tutta la popolazione generale, essendo queste molecole o i loro metaboliti, spesso ancor più tossici e persistenti, ormai stabilmente presenti sia nelle matrici ambientali ( aria, acqua, suolo) che nella catena alimentare e nei nostri stessi corpi, ritrovandosi nel latte materno, nel cordone ombelicale e nelle urine di donne gravide.
Una mole crescente di evidenze scientifiche conferma come l’esposizione cronica a pesticidi possa comportare alterazioni di svariati organi e sistemi dell’organismo umano quali quello nervoso, endocrino, immunitario, riproduttivo, renale, cardiovascolare e respiratorio.
Vi è necessità di una agricoltura sostenibile in grado di preservare la qualità dei suoli, la salubrità del cibo e quindi della salute umana.
Non è possibile continuare a produrre cibo senza prenderci cura del nostro suolo, dell’acqua e della biodiversità.
L’esposizione degli operai agricoli può essere fonte di gravi malattie e in primo luogo dei tumori ma lo stesso pericolo può essere corso dalle famiglie che vivono in prossimità dei campi coltivati e per tutti i cittadini attraverso l’alimentazione a causa presenza di residui nell’acqua o negli alimenti.
Il nesso causale tra alcune sostanze chimiche utilizzate in agricoltura e taluni tipi di tumore è oramai dimostrato e ampiamente documentato in letteratura5.
L’ultimo rapporto “Pesticidi nelle acque” (ISPRA, 2016) evidenzia una «ampia diffusione della contaminazione» ed il rilevamento nelle acque superficiali e profonde di ben «224 sostanze diverse, un numero più elevato degli anni precedenti» con riscontro di ben 36 sostanze in unico campione. Il tema delle miscele di sostanze è particolarmente preoccupante in quanto: “la valutazione di rischio, infatti, nello schema tradizionale considera gli effetti delle singole sostanze, e non tiene conto dei possibili effetti delle miscele che possono essere presenti nell’ambiente. C’è la consapevolezza, sia a livello scientifico, sia nei consessi regolatori, che il rischio derivante dalle sostanze chimiche sia attualmente sottostimato”.
Come molte altre regioni, nonostante l’importanza dei rilevamenti dei contaminanti, il Lazio fornisce pochi dati al Sistema Informativo Nazionale.
In primo luogo sono pochi i punti di prelievo delle acque ed in secondo luogo scarso è il numero delle sostanze ricercate.
In particolare non vengono analizzate sostanze costantemente inquinanti le acque italiane in ambito agricolo quali il Glifosate e il suo metabolita AMPA che, dove cercato in altre regioni, è stato trovato con frequenze spesso superiori al 50 %.
Nella provincia di Latina sono state rinvenute le seguenti sostanze: DDT (addirittura nel Parco Nazionale del Circeo) e Chlorpyrifos, con conseguente inquinamento della falda acquifera.
La presenza di pesticidi è anche nei prodotti destinati al consumo alimentare: frutta, ortaggi, cereali e vino.
Il Ministero della Salute pubblica annualmente i dati dei residui presenti negli alimenti di origine vegetale e allo scopo di:
  • Valutare, in relazione all’esito delle analisi effettuate, il rischio per la salute pubblica derivante dal grado di contaminazione dei prodotti alimentari;
  • Conoscere puntualmente l’andamento dei controlli sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale svolti in Italia da tutte le Amministrazioni sanitarie centrali e territoriali.
La politica dovrebbe prendere spunto da questi dati per intervenire.
La costante presenza nei prodotti alimentari imporrebbe inoltre uno screening maggiormente serrato sugli esseri umani, in particolare relazionando i dati di contaminazione con eventuali picchi di patologie.
I Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) secondo i dettami europei dovrebbero far evolvere il settore agricolo più da settore che genera impatti ambientali, a settore in grado di risolverli incentivando maggiormente la coltura biodinamica.
Qualcosa è stato fatto nel recente passato anche con l’ausilio dell’Ente Nazionale Parco del Circeo ma non è sufficiente.
A tutto ciò si deve aggiungere l’inadeguatezza dei controlli da parte delle amministrazioni preposte per una asserita serie di cause (mancanza di fondi, carenza di personale, ecc.).
La provincia di Latina ha circa 20.000 imprese agricole, di cui 10.000 registrate alla Camera di Commercio, che danno lavoro a circa 26.000 persone (quelle dichiarate), ma l’Azienda USL Latina sul proprio sito afferma di aver fatto verifiche solamente a 93 aziende del settore.
Manca una programmazione degli interventi che devono essere assolutamente incrementati e svolti con il metodo random onde evitare la vanificazione degli stessi; oggi grazie alla disponibilità delle ITC possono essere anche fatte verifiche mirate.
Uno studio molto interessante dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) di Roma6, ci fornisce i dati relativi allo stato di salute delle popolazioni migranti in alcune regioni italiane tra le quali anche il Lazio.
In linea di massima le condizioni di salute degli stranieri sono migliori di quelle degli italiani anche perché hanno una età media molto inferiore, anche se sono colpiti da molte malattie infettive con particolare riguardo alla tubercolosi; in ogni caso la mortalità è inferiore a quella degli italiani.
Esiste comunque una profonda disugualità tra i cittadini italiani e i migranti a causa della difficoltà di questi ultimi ad accedere agli screening di prevenzione7.
Per quanto riguarda i ricoveri delle donne sono maggiori e sono registrati in prevalenza come complicanze della gravidanza, del parto e del puerperio, causate probabilmente dalle condizioni di vita e di lavoro.
Molto interessante è la rilevazione degli accessi al pronto soccorso da cui rileviamo invece che gli accessi sono in prevalenza di migranti con numerosi codici bianchi e verdi.
Dai dati del Sistema Informativo dell’Emergenza Sanitaria del Lazio (SIES), che rileva tutti gli accessi al Pronto Soccorso sappiamo che la numerosità degli accessi degli stranieri ai PS degli ospedali della provincia è abbastanza contenuta.
Residenti Lazio
Residenti fuori regione
Stranieri
Residenza ignota
Numero
%
Numero
%
N.
%
N
%
Totale
Santa Maria Goretti
60.114
96,9%
1.552
2,5%
223
0,4%
125
0,2%
62.014
A. Fiorini
30.406
95,1%
1.266
4,0%
284
0,9%
26
0,1%
31.982
San Giovanni di Dio
21.006
95,2%
913
4,1%
143
0,6%
8
0,0%
22.070
Dono Svizzero
33.687
86,1%
5.337
13,6%
93
0,2%
27
0,1%
39.144
I.C.O.T.
17.063
97,8%
359
2,1%
21
0,1%
0
0,0%
17.443
Città di Aprilia
37.057
97,8%
765
2,0%
31
0,1%
23
0,1%
37.876
TOTALE
199.333
94,7%
10.192
4,8%
795
0,4%
209
0,1%
210.529
Manca la rilevazione degli accessi ai Punti di Primo Intervento in quanto il SIES è stato attivato solamente nei primi mesi del 2019.
Il Registro tumori di Latina, uno dei più antichi d’Italia non pubblica i dati relativi alle morti dei migranti ma il totale delle morti per tumore è in costante ascesa.
Cresce anche l’incidenza delle malattie per tumore che nel periodo 2009-2013 è arrivata a 9208 casi per gli uomini e a 7851 per e donne, per un totale complessivo di 17.059 casi nei cinque anni di riferimento.
Il Rapporto 2018 sui tumori in provincia di Latina del Registro tumori di popolazione della provincia di Latina riferisce che sono aumentati i tumori dei polmoni che sono stati 1347 per gli uomini e 411 per le donne (totale 1758) e quelli della pelle (non melanomi) che sono stati 1204 per gli uomini e 885 per le donne (totale 2089).
Si tratta probabilmente di tumori prevalentemente legati, soprattutto per gli uomini ai lavori agricoli con il contatto diretto con i pesticidi e l’inalazione di sostanze cancerogene a causa del mancato utilizzo di Dispositivi di Protezione individuale (guanti e maschere antigas).
Allo scopo di innalzare il livello di sicurezza dei lavoratori agricoli il Ministero delle politiche agricole, alimentati, forestali e del turismo, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministero della salute hanno predisposto un aggiornamento del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN) che è stato sottoposto alla consultazione pubblica alla fine dello scorso anno prima della stesura finale per poter essere inviato poi alla Commissione europea.
Il nuovo PAN prevede in particolare di promuovere la ricerca e l’innovazione sui temi che maggiormente contribuiscono a rendere sostenibile l’uso dei prodotti fitosanitari e a diminuire il rischio connesso al loro impiego e di tutelare la popolazione potenzialmente esposta al rischio connesso all’impiego dei prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili e nelle stesse aree quando ubicate al confine con superfici agricole in cui viene praticata la difesa delle colture mediante l’utilizzo di prodotti fitosanitari.
La Costituzione stabilisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività; questo significa che del problema della salute devono farsi carico tutte le amministrazioni previste dall’art.114 e cioè i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni e lo Stato.
Nonostante ciò persistono sacche di disuguaglianza nella fruizione di tale diritto.
Troppi Sindaci, dopo la riforma sanitaria, si disinteressano dei problemi della sanità e in particolare della prevenzione collettiva soprattutto della salubrità dell’ambiente.
L’art. 78 del DPR 616/1977 attribuisce ai Comuni ai sensi dell’art. 118 della costituzione le funzioni amministrative in materia di interventi per la protezione della natura con la collaborazione della regione.
Nel corso della presente legislatura in Parlamento sono state presentate molte proposte di legge per elevare la sicurezza sull’uso dei fitofarmaci8
Le proposte contenute nel nuovo PAN prevedono un notevole coinvolgimento dei Comuni nell’attività di autorizzazione e, unitamente alle Aziende sanitarie locali, di vigilanza sull’utilizzo dei fitofarmaci (Punto A.4.6) e per l’incentivazione del metodo biologico.
La situazione, vista in prospettiva costringe a prevedere un aumento delle malattie da tumore della pelle, dei polmoni e della prostata, peraltro già elevate nella provincia come risulta dai più recenti dati e per la sua gravità richiede interventi urgenti che potrebbero essere attivati sin da subito.
In primo luogo appare necessario organizzare una task force per effettuare verifiche nelle imprese agricole che, a mio avviso dovrebbe essere costituita come segue:
  1. Polizia Locale
  2. Ispettori Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro Azienda USL Latina
  3. Ispettori Servizio igiene alimenti e nutrizione Azienda USL Latina
  4. Ispettori dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
  5. Ispettori dell’INAIL
  6. Guardia di Finanza
  7. Carabinieri NAS e NOE
In questo modo dovrebbe essere possibile accertare in un unico accesso tutte le eventuali violazioni presenti in ogni azienda fornendo un notevole deterrente per prevenire ulteriori violazioni.
In secondo luogo ritengo necessario avviare un programma di screening mirato sui lavoratori agricoli al fine di elevare il livello di tutela della loro salute valutando anche l’opportunità di fare uno studio ci coorte.
Unendo questi due tipi di intervento dovrebbe essere possibile migliorare le condizioni di salute di tutti gli addetti all’agricoltura ed anche delle personae residenti nelle aree limitrofe ai campi coltivati oltre che dei consumatori dei prodotti dell’agricoltura.
2 M. Omizzolo, P. Sodano, Migranti e territori, Ediesse, Roma 2015; M. Omizzolo, Sotto padrone, Feltrinelli Editore, Milano 2019
3 L.A. Brugnola, Il bilancio nutritivo e l’alimentazione del contadino nell’Umbria come base allo studio dell’etiologia della pellagra, Unione Tipografia Cooperativa (Già Ditta Boncompagni), Perugia 1903.
4 Del 1972 firmata anche dall’Italia
5 P. GENTILINI, Esposizione a pesticidi e rischi per la salute umana, «Il Cesalpino», rivista medico scientifica dell’ordine dei medici della provincia di Arezzo, 2014
6 A. Di Napoli, A. Rossi, R. Gaudio, A. Petrelli (a cura di), Sistema di monitoraggio dello stato di salute e di assistenza sanitaria alla popolazione immigrata: risultati anno 2016,INMP, «Quaderni di epidemiologia», Roma 2/2019
7 M.Masocco, V. Minardi, Disuguali nella prevenzione. Il contributo del sistema di sorveglianza PASSI, in L’Italia per l’equità nella salute, C. Mirisola, G. Ricciardi, F. Bevere, Melazzini (a cura di), Ministero della salute, Roma 2017
8 Camera dei deputati: Proposta on.le Cenni ed altri AC 410 e Proposta di legge on.le Gadda ed altri AC 290, attualmente all’esame del Senato ed unificate nel disegno di legge S.988; Mozione 1-00124 on.le Molinaro ed altri annunciata il 20 febbraio 2019; Proposta di legge n.17 dell’on.le Terzoni ed altri*

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