Più strumenti e maggiore organizzazione per contrastare i reati agroalimentari

PhD in sociologia, presidente della coop. In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s.. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata.
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27 febbraio 2020
Contrastare il business miliardario delle agromafie e garantire la salute e la sicurezza di cittadini e imprese: sono questi gli obiettivi fondamentali del disegno di legge che riforma i reati in materia agroalimentare. Il disegno di legge, proposto dal Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, e dal Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, è stato approvato nel Consiglio dei ministri di ieri ed è largamente ispirato al testo elaborato dall’Osservatorio Agromafie guidato dall’ex magistrato Giancarlo Caselli. Il provvedimento si compone di 14 articoli e interviene sul codice penale e sulla legislazione speciale del settore agro-alimentare. La riforma introduce una riorganizzazione sistematica della categoria dei reati in materia alimentare, la revisione del sistema sanzionatorio contro le frodi alimentari e la sistemazione organica della responsabilità delle persone giuridiche. Altro obiettivo perseguito dalla riforma è la tutela delle eccellenze nazionali rispetto a rischi di diffusione impropria e contraffazione dei prodotti agroalimentari con denominazione protetta e indicazione geografica che possono danneggiare gravemente l’immagine del Made in Italy. Tra le novità più rilevanti anche l’introduzione del reato di “agropirateria” e della fattispecie denominata “disastro sanitario”, di cui è responsabile chi provoca con colpa la lesione grave o la morte di tre o più persone, e il pericolo grave e diffuso di analoghi eventi ai danni di altre persone.
Accanto alla repressione la riforma introduce anche norme di carattere sociale: è prevista, infatti, la devoluzione in beneficenza dei prodotti confiscati (bevande e alimenti) che, sia pure non commerciabili, non risultino dannosi per la salute pubblica.

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