Conversazione con Marco Lupi, responsabile Uiltec salute, sicurezza e organizzzazione del lavoro nella crisi da Covid-19

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation
Condividi
23 ottobre 2020
Nella settimana europea per la Salute e Sicurezza sul lavoro (SSL) con la campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro si è alzato forte il richiamo sul relativo tema fondamentale per il progresso economico e sociale. Ne discutiamo nel merito con Marco Lupi, responsabile nazionale di settore per la Uiltec, Unione italiana Lavoratori del tessile, energia e chimica.
In termini di risposte di efficienza per salute e sicurezza come ha reagito il mondo del lavoro alla crisi da Covid?
Nel nostro Paese ci sono state situazioni molto differenziate, dovute alla tipologia di azienda interessata ed alla presenza o meno del Sindacato nella stessa azienda. Molte imprese sono state considerate, per ovvi motivi, di carattere “Essenziale” poiché di produzione o di servizi che non potevano interrompere le loro attività (energia, acqua, plastiche per la sanità, ecc.).
Nei settori di competenza della Uiltec, la maggior parte delle aziende sono sempre rimaste attive e dunque anche per questa ragione il ruolo del sindacato al livello nazionale territoriale e aziendale è stato determinante. L’impegno principale delle parti sociali nelle prime fasi del lockdown è stato quello di creare le miglior condizioni possibili di sicurezza per mantenere attivi e in sicurezza gli “Impianti Essenziali”.
Da esperto sul tema cosa è cambiato in termini di approccio per gli stakeholder sindacali e aziendali, e cosa cambierà?
Secondo il mio punto di vista è cambiato molto e molto dovrà ancora cambiare. E' emerso in maniera determinante il ruolo dei RLS/RLST (Rappresentanti dei lavoratori/Rappresentanti dei lavoratori territorili), strategico per migliorare le condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Con la definizione dei Comitati a livello aziendale, definiti dal Protocollo del 14 marzo scorso, si è ancor più evidenziato il ruolo importante anche delle RSU/RSA e dei Sindacati Territoriali (Confederali e di Categoria). E’ stato svolto un ruolo fondamentale, poiché per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori ed anche dei cittadini si è dovuto agire in modo fondamentale sull'organizzazione del lavoro. Solo con un’azione mirata sull'organizzazione del lavoro si è potuto ridurre il rischio in maniera certa e determinante. Questo è il tema fondamentale che è emerso e dovrà continuare ad essere al centro delle relazioni industriali future.
Il ruolo dei lavoratori, delle OO.SS. ai vari livelli, il coinvolgimento e la partecipazione, sono i temi centrali per un nuovo modello di relazioni industriali che dovrà essere messo in atto nel dopo Covid-19 e comunque nel futuro, che sarà caratterizzato da un “mondo del lavoro” in continuo cambiamento: Industria 4.0 – Relazioni Industriali 4.0.
A suo avviso la politica in senso generale e le associazioni datoriali hanno coscienza del problema sui posti di lavoro su salute e sicurezza?
Purtroppo no. Il problema maggiore è appunto la scarsa sensibilità dimostrata dagli ultimi governi. A fronte della situazione critica per gli infortuni mortali ed incidenti sul lavoro presenti nel nostro Paese, l'azione politica è stata troppo debole e disinteressata, purtroppo. Gli organi istituzionali ai vari livelli da anni non funzionano; la cosa scandalosa è che ad oggi non è ancora stata definita la Strategia Nazionale di Prevenzione. Documento che da anni la UE aspetta dal nostro Paese.
Per quel che riguarda le associazioni datoriali il discorso è molto variabile. Nei nostri settori molte controparti sono attive per migliorare di continuo la SSL. Vedo però un grosso vuoto in Confindustria, servirebbe una azione forte a partire dal livello centrale imprenditoriale, purtroppo questo ad oggi manca…..
Il quadro normativo in cosa andrà corretto sul tema?
Il quadro normativo nazionale sul tema SSL è molto buono dal mio punto di vista. Completo, esaustivo. Il problema è applicare ogni sua parte nel modo corretto. Il Sistema Istituzionale (Capo II del D.Lgs 81/08) è fondamentale ma purtroppo inapplicato. Il coinvolgimento delle parti sociali non è adeguato, il ruolo delle stesse all’interno degli organismi paritetici (art. 51) andrebbe regolamentato per evitare situazioni inappropriate. Servirebbero queste poche azioni a costo zero da parte delle istituzioni centrali per arrivare in tempi brevi ad un miglioramento significativo dei livelli di infortuni ed incidenti in Italia.

Leggi anche